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Quando sono rimasta incinta la prima volta Andy, mio marito,  ha subito espresso il desiderio di stare con me in sala parto quando sarebbe venuto il momento. Ricordo che suo padre, quando ne abbiamo parlato, ha liquidato l’argomento dicendo che il parto è cosa da donne. Tengo a precisare che mio suocero ha avuto quattro figli ed è un uomo estremamente moderno ma l’idea di entrare in sala parto proprio non lo ha mai affascinato.  Mio marito aveva affrontato l’argomento gravidanza e parto con amici e colleghi e molti giovani papà, che avevano assistito al parto delle compagne, glielo avevano descritto, come un’esperienza forte e in alcuni casi anche difficile, ma come probabilmente il momento più emozionante della propria vita. Da parte mia sono stata subito molto contenta della sua intenzioni. Mio marito è un uomo “accudente” , attento alle necessità mie ed ora dei bambini e sapere che sarebbe stato con me in sala parto mi rendeva più serena. Per prepararsi “all’evento” ha partecipato con me a due lezioni del corso pre-parto, dedicate appunto ai papà. L’ostetrica ha spiegato ai futuri padri cosa aspettarsi e come comportarsi durante il parto. E’ stato interessante, quasi divertente, vedere dieci maschi, spiazzati,  fare domande su come poter aiutare la propria compagna senza infastidirla. Erano timorosi, alcuni di loro hanno raccontato leggende metropolitane di amici malamente maltrattati dalla compagna durante il parto….

Il papà in sala parto

Poi è iniziata la nostra personale e unica avventura.

Il mio primo parto è stato lungo e complicato nella fase finale. Giugiù era un bambinone di quasi 4 chili, con la testina (in realtà era la seconda testa più grande di tutta la nursery) in posizione non corretta. Si è trattato di un parto meccanico. Nella fase finale del parto accanto a me c’erano quattro persone fra ginecologi e ostetriche. E’ stata per entrambi un’esperienza molto forte. Mio marito, che fino a quel momento era stato calmo e sicuro di sè e di me, si è trovato in una situazione non prevista e nella quale poteva fare ben poco, era ai margini. Ricordo di averlo sentito urlare di darmi degli anestetici. Poi è nato Giugiù, lo hanno appoggiato immediatamente sulla mia pancia. Ho guardato mio marito, stava piangendo e guardava Giugiù e me in un modo, che mi ha dato la certezza, che per noi scegliere di vivere questa esperienza insieme, era stata la cosa giusta.

Con Patata le cose sono filate lisce come l’olio, bambina di tre chili in posizione perfetta. Del secondo parto, a parte essere arrivata al Pronto soccorso ginecologico dilatata di 10 cm (al secondo parto il travaglio è stato molto veloce e avendo il mio primo figlio con 39,5 di febbre ho aspettato oltre il limite per andare in ospedale…), ricordo solo Patata appena nata sulla mia pancia e la faccia del papà innamorato con la sua bambina in braccio. Ops ricordo anche l’sms inviato da Andy agli amici per annunciare la nascita di Patata: “Parto facile e veloce!” Risposta delle amiche : “Perchè non hai partorito tu!”

 

Il papà in sala parto-2

Fino a pochi anni fa negli ospedali italiani non era permesso ai papà di accompagnare la compagna in sala parto per assistere alla nascita del propri figli. Per fortuna le cose sono cambiate. Molti futuri papà si sentono oggi quasi in dovere di assistere la propria compagna durante il parto. In realtà si tratta di una scelta che non va sottovalutata e sicuramente non forzata. L’importante è che fra i due futuri genitori ci sia dialogo e comprensione reciproca, che consenta ad entrambi di esternare aspettative, desideri e timori. Esiste, come come in qualsiasi rapporto,  il rischio che entrambi attribuiscano al partner un’opinione o un desiderio che in realtà non rispecchia assolutamente il volere del partner, dando così per scontato che sia giusta una soluzione piuttosto che un’altra. Molti papà desiderano partecipare al parto, altri lo considerano un momento esclusivamente femminile. Alcune future mamme si sentono rassicurate dalla presenza del compagno in sala parto, altre donne  non desiderano essere viste dal compagno in situazioni così estreme e intime. Non c’è una regola. Per i futuri papà che decidono di partecipare alla nascita è consigliabile preparasi al parto, cercare di sapere cosa aspettarsi, di cosa si tratta. Le emozioni,  la vista del sangue, l’odore di disinfettanti, la sofferenza della propria compagna per la quale non si può far niente di risolutivo,  possono risultare difficili da gestire per chiunque. Per questo è consigliabile frequentare,  insieme alla propria compagna, un corso di preparazione al parto per prepararsi emotivamente a questa esperienza unica e straordinaria. Durante il corso l’ostetrica consiglierà ai futuri papà i comportamenti da ttuare per aiutare al meglio la propria compagna in questo momento così delicato.

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COSA può fare il papà DURANTE IL PARTO per aiutare la futura mamma:
  • 1. Mantenere la calma, non trasmettere mai ansia alla partoriente;
  • 2. Mediare, cercare di fare in modo che le richieste della donna vengano ascoltate e, se possibile, esaudite dal personale dell’ospedale;
  • 3. Incoraggiare la futura mamma senza esagerare (non è una partita di calcetto) e ricordarsi che ogni commento deve essere positivo;
  • 4. Essere empatici, uno sguardo a volte comunica più di 100 parole;
  • 5. Massaggiare la schiena o tenerle la mano, accarezzare la fronte o idratare le labbra della partoriente;
  • 6. Sorvegliare la flebo e i monitor in assenza dell’ostetrica;
  • 7. Allontanarsi prontamente se si viene invitati a farlo.
COSA NON FARE:
  • 1. Fare troppe ed inopportune domande alla partoriente (per favore!);
  • 2. E’ fondamentale l’equilibrio: evitate di minimizzare il dolore che la vostra compagna sta sopportando ma evitate anche frasi che la spingano ad autocommiserarsi;
  • 2. Evitate di spostarvi continuamente da un punto all’altro. Probabilmente il ginecologo o l’ostetrica vi assegneranno un posto dove stare;
  • 3. Mai trascurare la neo-mamma dopo la nascita del bebè!

Il momento della nascita è qualcosa di magico, semplicemente un miracolo. Un uomo e una donna hanno creato un nuovo  essere umano. Dal nulla si è formato quel magico fagottino delicato e urlante.

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