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Il mio primo figlio era un bel bambolone di quasi 4 Kg, con testa grande (seconda circonferenza cranica più grande di tutta la nursery) e non posizionato correttamente (presentazione occipito-sacrale). E’nato con parto meccanico, non mi sono fatta mancare niente, manovra di Kristeller (conosciuta meglio come pressioni addominali, quattro tentativi, gli ultimi tre eseguiti da due persone contemporaneamente), kiwi (ventosa) e necessariamente episiotomia. I maggiori fattori di rischio per il pavimento pelvico durante il parto naturale sono rappresentati dalle dimensioni del bambino (peso neonatale), circonferenza cranica, modalità del parto, presentazione occipito-sacrale, manovre strumentali, pressioni addominali, episiotomia ed eccessivo aumento ponderale in gravidanza, tutti eventi ovviamente che implicano un forte aumento della pressione sul pavimento pelvico e/o lesioni dello stesso.  Circa due/tre mesi dopo la nascita di Giugiù ho iniziato la riabilitazione. Per mia fortuna, avendo partorito alla Clinica Mangiagalli (Milano), non ho avuto difficoltà a trovare un centro dove portare avanti la riabilitazione, sono stata messa in contatto con l’ ostetrica responsabile dell’Ambulatorio per la rieducazione del pavimento pelvico, la dott.ssa Elvira Torresan. La mia riabilitazione è durata circa sei mesi, elettrostimolazione, biofeedback e esercizi di Kegel, che continuo tuttora a fare quotidianamente (il pavimento pelvico va allenato proprio come qualsiasi altro muscolo). Ho detto che sono stata fortunata ad aver partorito alla Clinica Mangiagalli in quanto sono tuttora poche le strutture pubbliche che si occupano di  riabilitazione del pavimento pelvico ed  è ancora presente una certa mentalità che determinati disturbi, dopo aver partorito, siano da accettare come facenti parte del parto. Invece con pazienza ed esercizio il pavimento pelvico può tornare in forma.

 

– Cosa è il pavimento pelvico?

I muscoli del pavimento pelvico (o perineo) formano un’ampia fascia che si estende dall’osso pubico, sul davanti, fino alla base della spina dorsale, sul retro. Rappresentano la base del nostro corpo (proprio come un pavimento) e sostengono la vescica, l’utero e l’ultima parte dell’intestino. Se il pavimento pelvico è tonico gli organi interni sono ben sostenuti. Solitamente veniamo a conoscenza dell’esistenza e dell’importanza del pavimento pelvico ai corsi pre-parto, quando siamo in dolce attesa, in realtà dovremmo curarcene lungo tutta la nostra vita di donne, vista l’importanza che riveste.

pavimento pelvico

 

– Quali sono i fattori di rischio per il pavimento pelvico?

Alcuni fattori o eventi che possono indebolire o ledere il pavimento pelvico sono rappresentati dallo scarso esercizio fisico, dal parto e dalla menopausa.

Durante il parto, il passaggio del neonato provoca un forte trauma a nervi, legamenti e muscoli del pavimento pelvico, le fibre si stirano e danno quindi origine o aggravano le disfunzioni causate da un pavimento pelvico non sano/tonico.

Capita spesso, inoltre, che sia necessario eseguire un’incisione nel muscolo stesso, l’episiotomia. Per questi motivi, è sempre consigliabile dopo il parto, seguire delle sedute di rieducazione  per ri-tonificare il pavimento pelvico.

I maggiori fattori di rischio per il pavimento pelvico durante il parto naturale sono rappresentati dalle dimensioni del bambino (peso neonatale), circonferenza cranica, modalità del parto, presentazione occipito-sacrale, manovre strumentali, pressioni addominali, episiotomia ed eccessivo aumento ponderale in gravidanza, tutti eventi ovviamente che implicano un forte aumento della pressione sul pavimento pelvico e/o lesioni dello stesso.

Una volta nato il bambino, si stima che quasi una donna su tre, abbia problemi di incontinenza urinaria (soprattutto da sforzo) e abbia necessità di effettuare delle sedute per la rieducazione perianale in modo da risolvere la situazione.

 

 – In cosa consiste la rieducazione del pavimento pelvico

E’ importante sapere cosa è il pavimento pelvico e conoscerne a grandi linee l‘anatomia di base in modo da poterlo curare, rinforzare e prevenirne le disfunzioni. E’ necessario conoscere i comportamenti corretti per non sforzare in modo inadeguato i muscoli pelvici nel quotidiano, come ad esempio evitare di alzare pesi, se non strettamente necessario, nel caso contrarre il pavimento pelvico durante lo sforzo; se si eseguono esercizi per gli addominali (attenti ad una corretta esecuzione) dovete contrarre la muscolatura pelvica contemporaneamente all’esercizio, non sono inoltre consigliati “sport traumatici” che implicano salti o forti pressioni pelviche etc.

Tra le terapie rieducative troviamo la Kinesiterapia della quale fanno parte gli esercizi di Kegel nonchè gli esercizi posturali e i coni vaginali e le tecniche ausiliarie come l’elettrostimolazione funzionale (SEF) e il biofeedback, che si eseguono con specifiche apparecchiature.

1) Per quanto riguarda gli esercizi di Kegel vi suggerisco:

Come eseguirli correttamente

Esercizi di Kegel

Sul sito ufficiale della Tena Lady è possibile farsi spedire a casa gratuitamente (confezione assolutamente anonima) il DVD degli esercizi, semplici da eseguire, per il pavimento pelvico di Kari Bo,  una fisioterapista di fama internazionale specializzata nello studio e nella cura dell’ incontinenza urinaria femminile. E’ stata proprio la Dott.ssa Torresan (ostetrica coordinatrice all’Istituto Ostetrico Ginecologico “L.Mangiagalli” di Milano,  ostetrica responsabile presso l’Ambulatorio di Rieducazione del Pavimento Pelvico, referente nazionale per le ostetriche sulle problematiche relative a questa patologia) a consigliarmi di farmi spedire questo dvd. Dvd Kari Bo

2) L’elettrostimolazione consiste nell’inserimento di una sonda vaginale che, attraverso una leggera scarica elettrica, provoca una contrazione muscolare passiva. L’elettrostimolazione aiuta a rinforzare il muscolo senza affaticare la donna. La paziente è sdraiata sul lettino e la seduta dura circa 10-15 minuti.

3) Il biofeedback è invece una ginnastica attiva. Oltre alla contrazione passiva, comporta infatti una contrazione attiva da parte della donna, che segue le indicazioni su uno schermo. Un led luminoso si accende all’inizio della stimolazione elettrica per indicare alla paziente quando contrarre i muscoli. Il biofeedback aumenta la presa di coscienza del perineo (che dopo un parto traumatico può non esserci) e la capacità di tenuta muscolare. Anche in questo caso si utilizza una sonda e si è sdraiate su un lettino. Le sedute durano in media 10-15 minuti.

Esistono in commercio degli apparecchi portatili per effettuare l’elettrostimolazione direttamente a casa (il mio consiglio è di chiedere consiglio all’ostetrica ).

 Le due tecniche elettrostimolazione e biofeedback  si completano a vicenda e in un ciclo di rieducazione della muscolatura pelvica vengono solitamente utilizzate entrambe (spesso associate durante la stessa seduta).  Tali tecniche si possono praticare in ospedale, se è presente un ambulatorio per la rieducazione del pavimento pelvico, o presso centri privati di fisioterapia o ancora rivolgendosi ad ostetriche con esperienza in ambito.

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