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Che cosa è la celiachia?

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, proteina presente nel grano, farro, Kamut, orzo e segale. L’ingestione di tale proteina in soggetti geneticamente predisposti causa la malattia, caratterizzata da un danno a livello della mucosa dell’intestino prossimale.  Ogni anno vengono effettuate migliaia di nuove diagnosi. L’incidenza di questa intolleranza in Italia è circa 1:100- 1:150.

 

Quali sono i sintomi principali della celiachia nel bambino?

La celiachia mostra un’ampia e varia sintomatologia nel bambino collegata spesso all’età di insorgenza della malattia ma comunque in genere ricollegabile ad un deficit di peso, che non aumenta e spesso anzi diminuisce, o a patologie del tratto intestinale.

Nella maggior parte dei casi (forma classica di celiachia)  l’intolleranza si evidenzia a distanza di  qualche mese dall’introduzione del glutine (prime paste, biscotti, semolino) nell’alimentazione del bambino. Il piccolo paziente manifesta  arresto della crescita o calo ponderale, diarrea,  feci semiliquide e maleodoranti, distensione addominale, vomito, irritabilità, pallore. Più raramente può essere presente una forma di stitichezza  non trattabile al posto della diarrea.

Nelle forme cosiddette atipiche, che mostrano esordio tardivo a partire dal 2°-3° anno di vita fino all’età adulta, la sintomatologia gastroenterica è per lo più leggera e si evidenziano altri sintomi quali:

  • bassa statura
  • rachitismo
  • ritardo dello sviluppo puberale
  • anemia da carenza di ferro e o acido folico
  • artrite ed artralgia
  •  ipertransaminasemia
  • forti dolori addominali ricorrenti
  • muscolatura floscia e poco sviluppata
  • ipoplasia dello smalto dentario

Esistono anche forme di celiachia  silente, caratterizzata da danno intestinale ma senza sintomi, riscontrata di solito in parenti di primo grado di pazienti celiaci.

 

Si nasce celiaci?

No, come abbiamo detto, la celiachia non si manifesta alla nascita, ma si sviluppa solo successivamente in soggetti predisposti geneticamente. Si può diventare celiaci a qualsiasi età, con maggior probabilità nel periodo post svezzamento o nei primi anni di vita.

 

Ci sono fattori che favoriscono l’insorgere delle malattia?

La celiachia è una patologia autoimmune, nella quale si verifica una reazione, innescata dal contatto col glutine, del sistema immunitario verso un enzima presente nel nostro intestino (e in altri organi). Alcuni fattori ambientali possono comunque concorrere al manifestarsi della malattia in soggetti ovviamente predisposti:

  • infezioni da Rotavirus o Adenovirus;
  • gastrinteriti di natura batterica;
  • durante la delicata fase del puerperio;
  • in seguito a gravi stati di stress causati da lutti o forti dispiaceri.

 

Esistono malattie che predispongono alla celiachia?

Si, la percentuale di celiaci in soggetti affetti da determinate patologie, quali diabete mellito insulino-dipendente,  patologie epatiche autoimmuni, tiroidite,  Sindrome di Down, Sindrome di Williams e Sindrome di Turner è nettamente superiore alla media.

 

Come si effettua la diagnosi di celiachia nel bambino?

Nel momento che si sospetta che il bambino sia affetto da celiachia verrà effettuato un prelievo di sangue  e verranno effettuati alcuni esami di laboratorio per la ricerca degli anticorpi antigliadina  (AGA), antiendomisio (EMA)  e antitransglutaminasi (IgA anti-tTG). In caso di positività di tali anticorpi sarà necessario effettuare una biopsia intestinale, che permette di documentare eventuali anomalie della mucosa enterica, quali atrofia totale o parziale dei villi permettendo una diagnosi certa. La biopsia in endoscopia può essere effettuata sia in anestesia totale (sconsigliata), sia sotto sedazione, inoltre benché fastidiosa, è comunque piuttosto rapida.

E’ importante, per non falsare i risultati, che le analisi, sia il prelievo di sangue che la biopsia, vengano effettuati prima che il bambino modifichi la propria dieta eliminando il glutine.

 

Come si cura? Quali sono i comportamenti/norme che il bambino celiaco deve seguire?

Una volta confermata la diagnosi la dieta senza glutine è l’unica terapia che attualmente garantisce al celiaco un perfetto stato di salute. E’ necessario escludere dalla dieta del piccolo paziente tutti gli alimenti contenenti glutine anche in piccole quantità , anche minime quantità di glutine, infatti,  possono provocare un danno a livello della mucosa intestinale. Tutto ciò implica ovviamente un impegno costante e attento per l’ educazione alimentare del bambino.

A questo riguardo sarebbe meglio evitare di utilizzare cibi che sono prodotti in stabilimenti  dove si lavorano anche alimenti con glutine (di solito è riportato in etichetta). Non sono invece pericolosi prodotti per l’igiene o materiali per manipolazione se utilizzati correttamente, l’assorbimento cutaneo del glutine è infatti trascurabile, l’unico rischio è rappresentato dal fatto che il piccolo metta le mani in bocca con sopra il detergente o il materiale utilizzato durante l’utilizzo.

Il paziente celiaco che segue la dieta priva di glutine in modo corretto è da considerarsi normale a tutti gli effetti.

Negli ultimi anni l’offerta, da parte dell’industria alimentare, di prodotti privi di glutine si è fortunatamente notevolmente arricchita, permettendo al paziente celiaco una alimentazione varia e gratificante.


I rimborsi per chi soffre di celiachia

Il paziente celiaco ha diritto ad un bonus per l’acquisto di prodotti senza glutine, l’importo varia in base all’età e da regione a regione ed è utilizzabile nelle farmacie e nei negozi convenzionati.  Per poter usufruire di tale bonus e dell’esenzione dai ticket sanitari è necessario presentare agli uffici dell’ ASL  la certificazione di un Centro accreditato attestante che il paziente è affetto da celiachia, accertata mediante biopsia intestinale.

 

Principali fonti e Approfondimenti:

Associazione Bambini Celiaci

Celiachiamo.com

La Celiachia. Portale Sanitario Pediatrico. Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

 

I contenuti dell’articolo pubblicato non vogliono in alcun modo sostituire il parere dello specialista di riferimento, ma devono considerarsi note a carattere informativo.

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