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Il Citomegalovirus rappresenta probabilmente una delle maggiori  paure per le future mamme che risultano non aver precedentemente contratto il virus ossia sono Citolomegavirus negative.

CHE COS’È IL CITOMEGALOVIRUS?

Il Citomegalovirus (Cmv) è un virus appartenente alla famiglia degli Herpesvirus, è assai comune e provoca in genere un’infezione che risulta asintomatica o caratterizzata da sintomi lievi e generici  come febbre bassa e una comune infezione delle vie respiratorie. Nelle persone immunodepresse può invece causare gravi complicazioni. Una volta contratto, il virus rimane latente all’ interno dell’organismo e può riattivarsi se il sistema immunitario risulta indebolito.

QUALI SONO I RISCHI SE SI CONTRAE IL CMV DURANTE LA GRAVIDANZA?

Quando la donna contrae il Citomegalovirus  per la prima volta durante la gravidanza si corre  il rischio che anche il feto venga contagiato. L’eventuale contagio può provocare seri danni permanenti all’embrione. Possono risultare seriamente compromessi il sistema nervoso, gli occhi, l’udito.

E’ importante distinguere fra infezione materna  primaria, ossia quando la donna contrae l’infezione per la prima volta durante la gravidanza e secondaria, ossia quando la donna manifesta l’infezione a causa della riattivazione del virus latente. Nel primo caso  (forma primaria) il rischio di trasmissione al feto è intorno al 30%, nel secondo (forma secondaria) tale rischio è circa dell’1%.

Il 10-15% circa dei neonati in cui è avvenuta la trasmissione del virus è sintomatico al momento della nascita (danni al fegato, ai polmoni, alla milza, nascita prematura, sotto peso, testa di dimensioni inferiori alla media, attacchi epilettici…). A questa percentuale dobbiamo purtroppo aggiungere un ulteriore 10% di neonati in cui è avvenuta la trasmissione che risultavano asintomatici alla nascita e che manifesteranno gli effetti del virus solo durante la crescita. In questo caso si tratta di  difetti uditivi di entità variabile. Semplificando possiamo affermare, in base ai dati presentati, che tra i bambini nati con l’infezione congenita da Cmv (ossia i bambini nei quali è avvenuta la trasmissione del virus, il 30 % nel caso di un’infezione primaria), circa 1 su 5 presenterà disabilità permanenti di differente gravità, come ritardo mentale , dello sviluppo o la perdita o diminuzione dell’udito e della vista.

Qualora si tratti di un’infezione secondaria (la madre ha già avuto il virus che si riattiva durante la gestazione) la probabilità di trasmissione al feto è molto bassa e i danni eventualmente provocati più lievi.

Si ritiene che se la trasmissione della malattia avviene nel primo trimestre di gravidanza causi danni maggiori rispetto ad una trasmissione più tardiva.

DIAGNOSI E TRATTAMENTO DEL CITOMEGALOVIRUS

Sono attualmente disponibili vari test in grado di rilevare l’infezione da Cmv. La difficoltà vera sta nel datare il periodo nel quale è avvenuto il contagio, ossia se prima o dopo l’inizio della gravidanza e in quale fase della stessa. Tutto ciò ammesso ovviamente che non sia stato effettuato il test per  rintracciare il Cmv nel periodo immediatamente precedente la gravidanza. Tale test fa  infatti parte delle analisi che il ginecologo prescrive normalmente quando la paziente esprime il desiderio di avere un bambino. L’identificazione delle immunoglobuline IgG contro il Cmv nel sangue indica il contatto con il virus, ma non  il momento nel quale è avvenuto. Il test per rilevare le immunoglobuline IgM, che indicano che l’infezione è in atto o recente, ha spesso prodotto risultati falsi positivi e non è quindi particolarmente risolutivo senza ricorrere ad ulteriori analisi quali il test di avidità delle IgG. Per determinare inoltre la possibile trasmissione del virus al feto sono richiesti esami più invasivi, come l’amniocentesi, non sempre in grado di rivelare eventuali danni già presenti nè ovviamente di prevedere se il neonato svilupperà altri effetti durante la crescita. Ad oggi purtroppo non esistono trattamenti efficaci né per prevenire la trasmissione dalla madre al feto né per limitarne i danni. Risulta consigliabile quindi effettuare il test per Il Cmv prima dell’instaurarsi della gravidanza e qualora il test risulti negativo, prestare particolare attenzione alle precauzioni utili per prevenirne il contagio.

Come prevenire il Cmv

Per quanto riguarda l’infezione da Citomegalovirus in gravidanza la prevenzione è fondamentale! E’ molto importante prendere provvedimenti per ridurre il rischio di esposizione al Cmv e così ridurre il rischio di infezione. Al momento non è disponibile un vaccino. Le due forme di esposizioni più comuni per il Cmv sono i rapporti sessuali o attraverso il contatto con l’urina e la saliva di individui affetti, soprattutto bambini.

E’ possibile adottare alcuni semplici accorgimenti (buone norme igieniche) per evitare l’esposizione a saliva e urina che potrebbe essere potenzialmente infette:

1 Evitate di frequentare ambienti dove sono presenti molti bambini (asili, feste di compleanno etc).

2. Se avete altri bambini ricordatevi di:

  • Lavare spesso le mani con acqua calda e sapone per 15-20 secondi, soprattutto dopo:

– aver cambiato i pannolini;

– aver dato la pappa ad un bambino;

– aver asciugato/pulito il naso o la bocca di un bambino;

– aver toccato (giocato, manipolato) giocattoli di bambini.

  • Non condividere mai cibo, bevande, nè forchette o altri utensili utilizzati da altri per mangiare.
  • Non mettere mai il ciuccio del bambino nella vostra bocca.
  • Non condividere lo spazzolino da denti con un bambino piccolo.
  • Evitare il contatto con la saliva quando baciate un bambino.
  • Pulite giornalmente con cura, con un detersivo igienizzante, le superfici che possono venire in contatto con l’urina o la saliva dei bambini (fasciatoio etc).

Fonti:

 

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