Sono tante le situazioni che possono essere davvero tanto frustranti per noi genitori, ad esempio quando un bambino si butta in terra arrabbiato nel mezzo di un negozio affollato o ad una cena di famiglia , oppure colpisce quotidianamente la sorellina più piccola, non vuole mai fare i compiti o non vuole mai vestirsi al mattino per andare a scuola.
E’ compito di noi genitori aiutare il bambino ad imparare a riconoscere le proprie emozioni e a controllarle.
Insegnare la capacità a auto-controllarsi è fra le cose più importanti che un genitore può trasmettere ad un figlio, significa rendere il bambino capace di scegliere come reagire nelle diverse circostanze della vita anziché seguire i propri impulsi e le proprie emozioni. Un bambino (o un adolescente) dotato di auto-controllo è in grado, in una situazione stressante, di fermarsi, di valutare la situazione e le conseguenze delle proprie azioni e in base a ciò di decidere cosa fare.
E’ evidente come questa capacità costituisca una risorsa fondamentale nella vita di ogni persona.
La prima lezione di autocontrollo per i nostri figli è certamente data dal nostro esempio. Se noi per primi siamo in grado di mantenere il controllo anche nelle situazioni più difficili, riusciamo a fare una pausa, staccare e riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni, metà del lavoro è fatto. E’ fondamentale non urlare nè perdere il controllo a nostra volta, quando nostro figlio è in preda all’irritazione.
Molti genitori ed educatori ritengono che, le situazioni citate all’inizio, il non volere mai vestirsi, fare i compiti, buttarsi a terra arrabbiato etc, siano la conseguenza di non essere riusciti a fissare in modo adeguato/chiaro i limiti o indicato correttamente le conseguenze di un comportamento negativo per il bambino.
Recentemente molti psicologi infantili ritengono che, a questo riguardo, sia molto importante migliorare la capacità del bambino di “tenere sotto controllo” le proprie emozioni, la capacità di esprimere i propri sentimenti in modo costruttivo piuttosto che in modo impulsivo.
Insegnare al bambino a gestire le proprie emozioni porta benefici in tutti i settori della sua vita. I bambini che sono in grado di accettare e metabolizzare le proprie emozioni prestano maggiore attenzione, sono in grado di lavorare di più e ottenere migliori risultati a livello scolastico, affrontano e risolvono meglio i conflitti con i loro coetanei, riescono meglio a comprendere gli altri. Un buon libro da leggere a questo riguardo è ” Intelligenza emotiva per un figlio, una guida per i genitori ” di John Gottman.
Ma come possiamo insegnare ad un bambino a dare un nome alle proprie emozioni e imparare col tempo a gestirle?
Dobbiamo dire al bambino che se ha voglia di parlare con noi di un problema, di una situazione che lo fa soffrire o gli procura frustrazione noi ci siamo, siamo lì per lui, per ascoltarlo e parlarne con calma.
Ogni bambino deve avere i propri sentimenti e le proprie emozioni ma non deve venirne sopraffatto. E’ certamente normale sentirsi scoraggiati in determinate situazioni, ma non si deve rinunciare, è normale a volte sentirsi ansiosi, ma non per questo ci si può chiudere in casa, è molto bello essere entusiasti di ciò che si fa, ma non bisogna mai perdere la capacità di giudizio nel prendere decisioni.
I bambini imparano a riconoscere, accettare e gestire in modo efficace e con più facilità le proprie emozioni quando sentono che i loro sentimenti sono importanti e sono presi in considerazione dal genitore con interesse e rispetto. In questa situazione le emozioni del bambino diventano meno urgenti, una delusione e frustrazione diventa più sopportabile. Il bambino diviene piano piano meno insistente nelle richieste, più aperto alla ricerca di soluzioni, meno bloccato in atteggiamenti di colpa (dai quali non sa normalmente uscire), in grado di provare empatia e preoccupazione per gli altri e assumersi la responsabilità dei propri comportamenti.
Dobbiamo trovare ogni giorno il tempo di ascoltare il nostro bambino, le sue preoccupazioni, le sue paure. E’ difficile ascoltare nel modo giusto quando siamo stanchi o arrabbiati o semplicemente di fretta, col tempo, insegneremo al bambino a capire che dobbiamo decidere insieme il momento giusto per parlare. Possiamo dirlo semplicemente: “Ora non riesco a darti l’attenzione che meriti, possiamo parlarne con calma dopo cena?” Dopo cena ovviamente dovremo essere disponibili.
Parlando con voi, il bambino comincia a capire, a imparare che i sentimenti negativi, anche se dolorosi o frustranti, non dureranno per sempre, che per mezzo dei propri sforzi e/o con l’aiuto dei genitori e degli adulti che lo circondano, può migliorare/affrontare le situazioni per lui negative. Questo insegnamento è molto importante, è essenziale per il presente del bambino e per il suo equilibrio emotivo in futuro.
Ma come possiamo gestire una crisi di rabbia nel momento in cui avviene?
Il modo migliore per gestire una crisi di rabbia è ignorarla, spesso molti dei comportamenti che adottiamo per tentare di calmare il bambino, minacce di punizioni, promesse di premi ma anche cercare di approfondire la causa dello scoppio di ira subito sul momento, ottengono l’effetto opposto, fungono, per così dire, da rinforzo e aumentano la possibilità che tale comportamento si ripeta.
Dobbiamo cercare di aiutare in maniera attiva i nostri figli a controllare il loro comportamento, le loro azioni tenendo conto dell’ età del bambino.
Ecco alcuni suggerimenti per aiutare il vostro bambino a imparare a controllare il proprio comportamento:
Fino ai 2 anni di età
I neonati e i bambini possono sentirsi frustrati dal divario tra le cose che vorrebbero fare e le cose che sono realmente in grado di fare. Ciò spesso può provocare degli scatti d’ira. A questa età il metodo migliore per evitare lo scoppio di ira consiste semplicemente nel distrarre il piccolo con un gioco o un’altra attività.
Via via che il bambino si avvicina ai due anni di età, potete provare a utilizzare, quando il piccolo ha uno scoppio di rabbia, un breve timeout, una pausa in un’area designata, alcuni lo chiamano il pensatoio, può essere una poltroncina in sala, il lettino del bambino etc. Si comincia così a mostrare al piccolo che un’esplosione di rabbia ha delle conseguenze ed ad insegnargli che è meglio prendersi qualche minuto di tempo invece di fare un capriccio.
Dai 3 ai 5 di età
A questa età è possibile continuare a utilizzare il metodo della pausa allungando però un po’ i tempi (massimo cinque minuti) per dar modo al bambino di far sbollire la rabbia. Per alcuni piccoli è meglio non imporre un tempo predefinito all’inizio ma far terminare la pausa non appena il bambino si calma. Questo aiuta il piccolo a migliorare il proprio senso di autocontrollo. Ricordatevi sempre di esercitare un rinforzo positivo, lodate sempre il bambino quando non perde il controllo in situazioni per lui frustranti o difficili.
Dai 6 ai 9 anni di età
A questa età i bambini cominciano ad andare a scuola, hanno un maggior numero di regole, che diventano via via più severe e cominciano ad essere in grado di comprendere molto meglio le conseguenze dei propri comportamenti negativi. In questa fase il bambino si rende conto di essere in grado di controllare il proprio temperamento e scegliere come comportarsi. Possiamo cercare di insegnargli a rilassarsi nelle situazioni stressanti che potrebbero causare una perdita di controllo, insegnandogli ad esempio a respirare profondamente o ad allontanarsi fisicamente dalla causa di stress.
Quando i bambini fanno i capricci o hanno una vera e propria crisi di rabbia è importante resistere alla tentazione di urlare o perdere il controllo noi stessi. Non cedete, rimanete fermi nella vostra posizione. Durante la crisi, spiegate al bambino che urlare , lanciare oggetti o sbattere le porte sono comportamenti inaccettabili, che hanno delle conseguenze. Dite quali sono le conseguenze in poche parole e scegliete punizioni sensate che poi porterete a termine.
La vostra reazione dovrà far capire al bambino che il suo capriccio è inaccettabile e inefficace. Se dite al bambino che non può mangiare un dolcetto prima di cena e inizia il capriccio, mantenete la vostra posizione non cedete, altrimenti penserà di poter ottenere ciò che vuole proprio in questo modo.
Fonti principali:
– Teaching Your Child Self Control