Mio figlio maggiore ha tolto il pannolino a poco più di due anni, è stato semplice, nell’arco di una settimana aveva capito come gestire l’esigenza pipì. Per togliere il pannolino di notte, ho aspettato circa un anno, dal momento che il pannolino della notte la mattina era quasi sempre bagnato. Giugiù, che ha appena compiuto 5 anni, è un bambino che beve molto sia durante il giorno che nelle ore serali, come dice lui:” l’acqua è deliziosa e lui ne è molto goloso” (adoro quando me lo dice). Molti pediatri consigliano, per evitare incidenti notturni di far bere meno il bambino nelle ore serali ma con il mio, così amante dell’ acqua, questo è praticamente impossibile. Nel mio caso per non avere incidenti notturni, visto che Giugiù non sente ancora bene lo stimolo a fare la pipì soprattutto nelle prime ore della nanna, quando è più stanco e più difficile da svegliare, consiste nel portarlo a fare la pipì prima di dormire e poi prelevarlo addormentato dal suo lettino, quando io vado a letto, per portarlo nuovamente in bagno mentre dorme.
Non tutti i bambini maturano la capacità di svegliarsi per lo stimolo a urinare nel medesimo momento, in genere ciò avviene entro i 5 di età. Dopo i 5 anni si può parlare di enuresi notturna, questo problema riguarda circa il 25% dei bambini di 5 anni, per arrivare al 10% nei bambini di 7 anni, e diminuire ad un 1-2% nei ragazzi di 14-15 anni. L’enuresi notturna è un problema più comune nei maschi che nelle femmine.
Nella maggiorparte dei casi, quasi il 75%, l’enuresi ha una base ereditaria, un bambino che presenta questo problema spesso ha un genitore o un altro familiare che ha avuto lo stesso tipo di disturbo.
Gli specialisti concordano sul fatto che l’enuresi non ha in genere una origine psicologica. Possono esserci implicazioni psicologiche quando si tratta di enuresi secondaria, ossia un bambino che aveva imparato a gestire la pipì durante la notte, inizia in un secondo tempo, a fare la pipì a letto, dopo la nascita di un fratellino, ad esempio o a causa di qualche altro disagio subito. Il problema psicologico può insorgere anche se questo disturbo persiste troppo a lungo e crea sensi di inadeguatezza, limitando la vita sociale del bambino, impedendogli di andare a dormire da un amico, in gita etc.
Non bisogna mai rimproverare, ne tanto meno umiliare, il bambino dopo che ha fatto la pipì a letto.
Fare la pipì a letto non è una colpa, in quanto non è un atto volontario, punire il bambino servirà solo a colpevolizzarlo peggiorando la situazione.
Cosa si può fare?
– Come prima cosa chiedete sempre consiglio al vostro pediatra.
– Buone abitudini da tenere durante il giorno. Il bambino che fa la pipì a letto di notte, è spesso un bambino che a volte dimentica di andare in bagno anche durante il giorno, può capitare che bagni un po’ lo slip o si faccia proprio la pipì addosso. Insegnategli a fare la pipì con regolarità, senza trattenerla, spiegategli che la pipì è dentro un sacchettino nella sua pancia, questo sacchettino si può gonfiare proprio come un palloncino ma, se si esagera, si hanno delle fuoriuscite o scoppia. Fatelo bere abbondantemente durante la giornata (fino alle 18), così facendo la vescica si distende correttamente e incrementa la capacità di contenere l’urina durante la notte. Alla sera cercate di farlo bere poco soprattutto prima di andare a dormire. Accompagnatelo sempre a fare pipì prima di andare a fare la nanna (anche se vi dice che non ne ha bisogno) e spronatelo a farla tutta (molti bambini smettono di fare la pipì quando hanno ancora urina nella vescica). Rassicuratelo sul fatto che può chiamarvi se si sveglia con l’esigenza di fare la pipì ma ha paura ad andare in bagno da solo.
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– Un’altra possibilità consiste nel portarlo a fare la pipì mentre dorme. Dopo un po’ che è andato a dormire, ad esempio quando state per andare a letto voi, senza svegliarlo lo prendete in braccio, lo appoggiate sul wc e il miracolo avviene, fa la pipì dormendo.
– Se il piccolo si sveglia di notte, chiedetegli se ha bisogno di fare la pipì e accompagnatelo in bagno.
– Allarme pipì. Sono apparecchi sensibili al bagnato che svegliano il bambino con un suono o una vibrazione. Sono in genere sconsigliati ai bambini di età inferiore ai 7 anni, in quanto risulterebbero troppo piccoli per questo tipo di training. In genere gli apparecchi per l’allarme pipì sono senza fili, per permettere libertà di movimento al bambino. Questo metodo si basa sul fatto che il bambino, svegliandosi quando si bagna a causa dell’allarme, impara piano piano a riconoscere le sensazioni che anticipano la fuoriuscita di pipì durante il sonno, riuscendo infine ad anticiparla ed ad andare in bagno al bisogno anche di notte. Questo metodo è sicuramente impegnativo sia per i genitori che per il bambino ma con un buon livello di successo.
– Provate a chiedere consiglio ad un buon omeopata, in alcuni casi l’omeopatia può risultare utile.
– Esistono farmaci per bloccare la produzione di urina durante la notte, sono da assumere solo nei casi più severi e solo dietro consiglio medico.
Abbiate pazienza! Piano piano il problema si risolverà da solo.