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Conoscere le diverse fasi del parto è  fondamentale per  permettere alla donna di poter vivere con maggiore serenità e consapevolezza quell’ esperienza magica e totalizzante che è il parto. Per quanto mi riguarda, durante il parto di entrambi i miei figli, mi sono sentita rassicurata dal sapere cosa stava succedendo al mio corpo e dal riconoscere le fasi fisiologiche  del parto.

Partorire non è uno scherzo per nessuna di noi, ma sapere cosa aspettarsi fa diminuire sicuramente l’ansia legata a questo evento, ci permette di avere una forma di controllo. Il parto del mio primo figlio è stato, come per molte primigravide, molto lungo. Ricordo lo scoramento, per non dire disperazione, che ho provato quando ho raggiunto la completa dilatazione prima dell’inizio della fase espulsiva. Questo scoramento, come aveva sottolineato più volte l’ostetrica al corso di preparazione al parto, è tipico del momento di passaggio dalla fase di dilatazione alla espulsiva. Ricordo di aver pensato che era normale sentirmi così in quel momento, che era fisiologico e questo in un certo modo mi ha tranquillizzata, mi ha dato consapevolezza, ero arrivata fin lì, non mancava molto,  avrei visto il mio bambino. Ricordo la capacità, vinta dalla stanchezza,  di addormentarmi  per 1 minuto tra una contrazione e la successiva (cosa che spaventò non poco mio marito), ma ero a conoscenza che poteva succedere- Alcune ostetriche chiamano questa capacità di riposarsi tra una contrazione e la successiva il riposo del guerriero, definizione  molto affascinante.  Ricordo la gioia assoluta che ho provato quando mi hanno appoggiato i miei bambini appena nati sulla pancia, è stato molto più magico di come mi avevano raccontato che sarebbe stato.

le quattro fasi delparto

LE QUATTRO FASI DEL PARTO

Dal punto di vista clinico è possibile suddividere il parto in quattro momenti: periodo prodromico, fase dilatante, fase espulsiva e il secondamento.

Il periodo prodromico non è una fase vera e propria, ma una prefase del periodo dilatante, è un momento preparatorio. La fase dilatante porta al raggiungimento della massima dilatazione del collo dell’utero. La fase espulsiva è rappresentata dal processo mediante il quale si ha la nascita (l’espulsione) del bambino. Il secondamento rappresenta la fase finale del parto e consiste nellespulsione della placenta, la seconda nascita.

 

Il periodo prodromico

È un momento preparatorio durante il quale il collo dell’utero si sta lentamente appianando prima dell’inizio della fase dilatante.Cominciano a farsi sentire le prime contrazioni,  irregolari per frequenza, intensità e durata, si avvertono normalmente nella zona sotto il pube. L’intensità di queste contrazioni è paragonabile ai dolori mestruali, si verificano più frequentemente di notte e non fanno dormire la futura mamma, provocando, in genere, una certa ansia per il parto ormai immininente.  Possono manifestarsi in modo irregolare per intensità e frequenza anche per qualche ora per poi scomparire e ricominciare diverse ore dopo. Se avete dei dubbi fra contrazioni preparatorie e contrazioni “vere di parto” (molte primigravide possono avere questo dubbio) può essere una buona idea fare una doccia calda,  rilassa  la futura mamma e solitamente fa cessare le contrazioni preparatorie (se sono contrazioni di parto/vere proseguono normalmente).

A queste contrazioni preparatorie si associano spesso altri segnali del  parto imminente: la perdita del tappo mucoso, una sostanza gelatinosa che,  come un tappo, chiude il collo dell’utero. Si può perdere il tappo mucoso non tutto in una volta (rintracciamo più volte una perdita gelatinosa) e la sostanza gelatinosa può risultare scura per la presenza di un po’ di sangue. In questo periodo si possono tipicamente verificare anche qualche episodio di dissenteria ed un senso generico di spossatezza.

– Durata?

La durata della fase prodromica è molto variabile,  da un paio di ore a 2-3 giorni.

– Che cosa sta succedendo?
Lentamente il collo dell’utero si appiana prima dell’inizio della fase dilatante.

– E il bambino?

In questo periodo il bambino è tranquillo, si sta preparando a nascere.

 

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La fase dilatante

E’ l’inizio del travaglio vero e proprio. Si distingue dal periodo prodromico per la presenza di contrazioni intense e a cadenza regolare (ritmiche), si avvertono normalmente “a cintura” e non più nella zona sotto il pube. Secondo la definizione tradizionale, il travaglio è cominciato quando si avvertono tre-quattro contrazione intense della durata di 40-60 secondi con un intervallo regolare di 15-20 minuti fra l’una e l’altra. In questa fase le contrazioni diventano via via più frequenti, fino ad arrivare a presentarsi ogni tre/cinque minuti, e più intense per permettere la dilatazione completa del collo dell’utero. Dal punto di vista psicologico per la donna è una fase attiva, di benessere. La donna vede che i suoi sforzi e la sua sofferenza portano dei risultati, i centimetri di dilatazione uterina aumentano, come terranno sotto controllo le ostetriche della struttura nella quale partorite. D’altra parte vista la durata di questa fase e la sofferenza la donna ha bisogno del massimo sostegno.

– Durata?

La durata di questa fase non è prevedibile, è dell’ordine delle 6-12  ore per le primigravide e della metà per i parti successivi.

– Cosa sta succedendo?

Le contrazioni permettono la dilatazione completa del collo dell’utero fino a 9-10 centimetri, necessaria perché abbia inizio la fase espulsiva.

– E il bambino?

Il bambino preme con la testa sulla cervice e si avvicina lentamente al canale del parto.

 

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La fase espulsiva

In genere tra la fase dilatante e la espulsiva si ha una breve pausa.  E’ il momento dello sconforto, la donna pensa, soprattutto se ha avuto un travaglio lungo, di non avere più forze, di non farcela. Come ho già detto, essere coscienti che questa sensazione, questo scoraggiamento è fisiologico puo’ aiutare. Tra poco verrà alla luce il proprio bambino e questo pensiero vi  spronerà ad andare avanti, il desiderio di vedere vostro figlio vi darà una carica incredibile. Poco dopo ha inizio la fase espulsiva vera e propria, si percepisce  una fortissima  pressione sul retto e si ha una voglia incontrollabile di spingere. È una sensazione molto forte, la futura mamma non può far altro che spingere. Alla discesa del bambino si contribuisce con le spinte, coinvolgendo i muscoli addominali. La sensazione preponderante non è più la contrazione stessa ma la pressione sul retto. E’ necessario aspettare la contrazione per spingere forte e cercare di riprendere forze e fiato durante la pausa. La donna tende ad assumere la posizione più adatta all’espulsione istintivamente, cercando la posizione più comoda e meno dolorosa.

 – Durata?

Di solito al primo figlio la fase espulsiva ha una durata di un’ora o anche più. Può dipendere dalla dimensioni e dalla posizione più o meno ottimale della testa del bambino. Nei parti successivi è normalmente più veloce, fra i 15 e i 30 minuti.

– Cosa sta succedendo?

La mamma guida, mediante le spinte durante le contrazioni, il passaggio del bambino nel canale del parto.

– E il bambino?

Questa è la fase più attiva del bambino, compie la cosi detta rotazione interna, posizionandosi in modo indispensabile  per rendere accettabili i diametri della testa con i diametri del bacino della mamma e proseguire lungo il canale del parto.

mamma e neonato appena nato

 

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Il secondamento
Rappresenta la fase conclusiva del parto. Consiste nell’espulsione della placenta, la quale, terminata ormai la sua funzione di nutrizione del bambino, esce per seconda (da qui ovviamente il nome).
Normalmente, il processo di distacco della placenta si verifica  da 5 a 40 minuti dopo la nascita del bambino, facilitato dalle ultime contrazioni spontanee, delle quali la mamma quasi non si accorge.L’ostetrica e il ginecologo possono favorirne lo scollamento, se necessario,  esercitando una lieve pressione sulla pancia della mamma.

– Durata?

 Avviene da 5 a 40 minuti dopo il parto e dura al massimo qualche minuto.

– Cosa sta succedendo?

Avviene l’espulsione della placenta e degli annessi fetali.

 

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