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Tra pochi giorni Patata, che ha quasi 2 anni e mezzo,  inizierà la scuola materna nella sezione primavera. La primavera, per chi non lo sapesse, è una sezione intermedia fra asilo nido e scuola materna, frequentata  dai bambini tra i 2 e i 3 anni di età. L’inserimento del mio primo figlio, nel suo caso all’asilo nido (aveva 2 anni), è stato estremamente facile e veloce. L’asilo inseriva due o tre bambini per volta, con un inserimento graduale adattato ad ogni bambino, non c’erano tempi strettamente prestabiliti. il primo giorno Giugiù era molto incuriosito dal nuovo ambiente e dai nuovi compagni, siamo stati lì insieme per poco più di un’ora. Il secondo giorno, dopo una quindicina di minuti che lo avevo accompagnato,  mi hanno detto che potevo andare ma dovevo essere rintracciabile in caso di necessità e tornare a prenderlo due ore dopo. Il terzo giorno ho accompagnato il bambino e sono tornata a prenderlo prima di pranzo. Dalla settimana successiva Giugiù ha iniziato a frequentare il nido la mattina fino al pranzo compreso e nell’arco di una/due settimane ha iniziato a rimanere fino alle 16. E’ capitato che quando lo accompagnavo si mettesse a piangere, ma su consiglio delle educatrici, lo consolavo un attimo, lo abbracciavo, lo salutavo con un sorriso e me ne andavo. Quando chiamavo al telefono, per sincerarmi che fosse tutto a posto dieci minuti dopo, la risposta era sempre più o meno la stessa: ” Dopo che è uscita ha smesso quasi subito di piangere ed ha iniziato a giocare….”.

Nella scuola materna di mia figlia le maestre fissano un colloquio con un genitore qualche giorno prima di cominciare l’inserimento,  così da conoscere la storia del bambino, esigenze e particolarità  e preparare il genitore, solitamente la mamma, al momento del distacco e al comportamento più opportuno da adottare durante l’inserimento. Durante il colloquio è stata sottolineata più volte l’importanza della serenità della mamma nel momento del distacco, per trasmettere serenità e fiducia nella nuova comunità al bambino. Ho avuto la sensazione che, a parer loro, un buon inserimento dipenda nella stragrande maggioranza dei casi, in buona parte, dal modo di porsi del genitore.

Mi sembra il caso di informarmi meglio, di studiare anzi…

Mi auguro di avere per l’inserimento della piccolina “la stessa fortuna” avuta col mio primo figlio, Patata ha un bel caratterino pepato e parla pochissimo, incrocio le dita.

inserimento materna

Suggerimenti pratici per un inserimento sereno:

1) La mamma deve mostrarsi serena, tranquilla così da trasmettere serenità al bambino;

2) E’ molto importante che si crei un rapporto di fiducia, stima e rispetto reciproco tra scuola e famiglia cosicchè il bambino percepisca in modo positivo le nuove figure di riferimento;

3) No al senso di colpa della mamma nel lasciare il bambino a scuola! I bambini sono delle spugne, se percepiscono ciò si alimenta la loro paura dell’ abbandono.

4) E’ meglio non introdurre (per quanto possibile) altri cambiamenti importanti nella vita del bambino durante (o poco prima) il periodo dell’inserimento: non togliete il ciuccio,  non togliete il pannolino, non fate il passaggio al letto da grandi, no a traslochi etc;

5) Se il bambino ha un oggetto preferito (il classico oggetto transizionale) che utilizza per addormentarsi e/o per calmarsi portatelo a scuola  (se è possibile acquistatene una copia da lasciare a scuola, così siete più tranquilli di non dimenticarvelo o perderlo);

6) Cercate, per quanto possibile, almeno durante l’inserimento e nel primo periodo, di andare voi a ritirare il piccolo a scuola e passate con lui il tempo in cui non è in classe. Questo comportamento darà maggiore sicurezza al bambino, gli farà capire che il distacco è solo temporaneo.

7) Come salutare il bambino. Salutate sempre il piccolo prima di andare via (non scappate mentre sta giocando senza avvertirlo), salutatelo con tranquillità ma decisi ed evitate di continuare a salutarlo mentre state uscendo, altrimenti percepirà la vostra indecisione e si preoccuperà. Se vi guarda dall’aula mentre uscite sorridetegli e salutatelo. Evitate di nascondervi nell’atrio o rimanere davanti alla scuola per controllare quello che succede, spesso i genitori vengono scoperti e potete essere sicuri che inizierà a piangere.
Se siete un po’ preoccupati e volete sapere se il bambino ha smesso di piangere o se vi siete dimenticati di comunicare qualcosa all’educatrice, potete sempre telefonare.

8) E’ normale che all’inizio ma anche dopo le interruzioni per le vacanze di Natale o per malattia, si possa verificare una crisi di pianto al momento del saluto. Cercate di essere sereni, altrimenti il bambino percepisce che voi non lo siete  e sicuramente non lo sarà neanche lui;

9) Ricordatevi quando lo accompagnate di comunicare all’insegnante, in modo sintetico, come sta il bambino e se c’è qualcosa di particolare. Permetterete alle educatrici di affrontare più facilmente eventuali malumori o problemi durante la giornata.

10) Un libro può essere un buon metodo per aiutare il bambino a elaborare cambiamenti e paure…. Con la mia piccola sto leggendo – Topo Tip non vuole andare all’asilo –  della Dami editore, molto carino e utile, Patata lo ha ricevuto in eredità dal fratello maggiore.

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