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Nel 96-97% dei casi il bambino si presenta al momento della nascita in posizione cefalica, con il capo rivolto verso il collo dell’utero, tale posizione è ottimale per il buon esito del parto. Nella restante percentuale il bambino si può presentare in posizione podalica o di spalla.

Già intorno alla 30esima-32esima settimana di gestazione la maggior parte dei piccoli assumono la corretta posizione cefalica e solo una bassa percentuale rimane in posizione podalica (il bambino ha la testa verso l’alto e la parte bassa del corpo rivolta verso il collo dell’utero).

Fortunatamente in molti casi il bambino passa dalla posizione podalica alla cefalica più avanti nella gravidanza, senza bisogno di alcun intervento esterno, facendo la cosìddetta capriola.

Nel caso il piccolo permanga in posizione podalica si possono applicare diverse metodiche mediche o alternative, utilizzate comunemente per favorire la capriola e il corretto posizionamento del bebè prima del parto:

  • La manovra di rivolgimento. Si tratta di una manovra che il ginecologo esegue in ospedale manipolando l’addome della futura mamma per cercare di far capovolgere il bebè.  Di solito questa metodica viene praticata a partire dalla 36esima settimana di gestazione, da questo punto in poi infatti il nascituro sarà difficilmente in grado di girarsi senza un intervento esterno. Prima di eseguire tale metodica, viene effettuata alla futura mamma un’ ecografia per valutare se la posizione del feto, la quantità di liquido amniotico, la posizione della placenta, le condizioni e la crescita del piccolo sono nella norma o possono essere controindicazioni per l’esecuzione della manovra. Prima di cominciare la manipolazione vengono solitamente somministrati alla paziente  dei farmaci per distendere i tessuti uterini e  per bloccare eventuali contrazioni. A questo punto il ginecologo, costantemente sotto guida ecografica, manipola l’addome della mamma per cercare di far girare in posizione cefalica il bambino.  La manovra risulta in genere non dolorosa ma sicuramente fastidiosa ed è efficace nel 40-60% dei casi. I possibili rischi, seppur rari, sono rappresentati da rottura della placenta, emorragia e rottura dell’utero o da eventuali danni alle braccia e alle gambe del bambino che potrebbero verificarsi durante la rotazione.
  • La moxibustione o moxa, è una pratica della medicina tradizionale cinese. Il procedimento consiste nel riscaldare con un sigaro di artemisia l’angolo esterno dell’unghia del quinto dito del piede della futura mamma, zona che corrisponde al meridiano della vescica collegato all’utero ( tale stimolazione provocherebbe un aumento dei movimenti fetali facilitando la giravolta del bambino). Tale tecnica si applica dalla 32-33esima settimana. La stimolazione deve essere fatta in modo esatto perchè possa risultare efficace: 15 minuti per piede, una o due volte al giorno, provocando il riscaldamento, non doloroso, della quinta unghia in un punto ben preciso, la mamma deve essere in una posizione particolare etc etc. E’ quindi indispensabile rivolgersi per la prima applicazione a personale esperto (ad esempio un’ostetrica esperta di tale metodica) che insegnerà al papà, o a chi aiuterà la  gestante successivamente, come effettuare tale stimolazione in modo corretto.

 

  • L’agopuntura. Si va a stimolare il medesimo punto stimolato con la moxibustione, ma ovviamente con gli aghi. Tale tecnica deve essere eseguita da un operatore esperto.
  • Si possono provare altri approcci quali la musicoterapia, la meditazione o alcuni semplici esercizi/posizioni da attuare più volte al giorno per una decina di minuti come la camminata carponi, la posizione ginocchia torace (ovviamente per quanto possibile) o la posizione supina con qualche cuscino sotto i fianchi. Non ci sono evidenze di provata efficacia per nessuna di queste tecniche. Se la futura mamma prova disagio o fastidio in una determinata posizione è consigliabile interromperla.

 

I contenuti dell’articolo pubblicato non vogliono in alcun modo sostituire il parere dello specialista di riferimento, ma devono considerarsi note a carattere informativo.

 

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