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Patata ha poco più di un anno e mezzo e già da qualche mese siamo entrati in pieno negativismo. No no no a volte detto urlando, a volte espresso molto energicamente con la testolina scuotendola da una parte all’ altra con l’espressione  truce, spesso entrambe le cose in parallelo.  A questa iniziale  fase di,  diciamo così, “disappunto”  può seguire il pianto e fortunatamente non sempre il vero e proprio capriccio. Luoghi preferiti dove commettere il misfatto i più vari: parco, supermercato, case di parenti e amici ma anche casa nostra.

Capricci dei bambini

Le situazioni possono essere le più disparate:

  • non vuole mangiare
  •  non si vuole vestire
  •  non vuole mettere le scarpe
  • vuole un gioco, la cioccolata, le bolle di sapone
  • non vuole restituire un giocattolo ad un altro bambino o a  suo fratello
  • non vuole alzarsi da terra
  • non vuole stare sul seggiolino in auto
  • vuole andare sul mobile dietro il televisore
  • vuole giocare con la lampada di sala
  • vuole salire sulla sedia,  sul tavolo, sullo schienale del divano

Insomma direi che ci siamo capiti!

Avendo un figlio più grande ero preparata ai capricci e fin da subito ho adottato “ la stessa tecnica” che avevo già sperimentato per Giugiù.

La prima cosa che mi aiuta in questi momenti,  è pensare che la mia piccola  (detta Piccolo mostro in tali situazioni) ha questi comportamenti non certo per farmi arrabbiare o contro di me ma perché cerca di sperimentare quali siano i suoi limiti. E’  il suo modo di testare fin dove può spingersi, fino a dove arriva il suo potere e la mia sopportazione. Penso sia importante per noi genitori, capire che con i capricci spesso il nostro bambino sta cercando di dirci qualcosa, che è stanco, ha sonno, è geloso del fratello, non sta bene e cerca , a modo suo, il modo migliore di comunicarcelo.

La seconda cosa importante che cerco sempre di ricordare è che  insegnare la disciplina e il rispetto delle  regole è un atto di amore nei confronti dei nostri figli e non di violenza o sopraffazione.  Le regole sono importanti per i bambini perché costituiscono dei punti di riferimento che permettono una crescita serena ed equilibrata.

Ricordo di aver letto una specialista che affermava che con bambini  così piccoli è importante essere “pacifisti”, il termine usato mi era piaciuto molto. Ciò non significa darla vinta sempre al bambino ma piuttosto che  l’adulto, che se ne occupa, deve giocare d’astuzia cercando di distoglierlo, trovando  il compromesso, spegnendo la rabbia.

Personalmente con i miei figli, pur essendo mia figlia molto piccola, cerco  di spiegare loro in modo semplice  perché non possono fare quella determinata cosa, poche parole dette con serena autorità.

 

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Ma come dobbiamo comportarci in pratica?

  • Essere sempre attenti al bambino e ai messaggi che cerca di inviarci. Una mia amica dice: antenne ben alzate.
  • Mantenere una buona fermezza senza essere dei tiranni e soprattutto spiegando sempre, in modo semplice,  il motivo per cui certe azioni non vanno bene.
  • Se ha preso un gioco a un altro bambino o qualcosa che non doveva e non riuscirete a fargli cambiare idea con le spiegazioni prendete l’oggetto e restituitelo voi. Capirà.
  • Quando decidete di dire un no (un consiglio: scegliete le vostre battaglie), tenete la posizione presa, non cercate subito di consolarlo. Se pensate di aver esagerato recupererete più tardi.
  • Se un bambino fa i capricci, anche in modi estremi come urlando, buttandosi a terra, battendo la testa, rompendo oggetti, graffiandosi, cercate di contenerlo con un atteggiamento fermo e portatelo in un posto più tranquillo. Mettetelo in sicurezza  su un prato, su un tappeto in camera sua, in macchina etc e  provate a ignorarlo del tutto fino a quando capirà che il suo atteggiamento non ottiene il risultato sperato.
  • Anche se siete veramente arrabbiati non cedete, non iniziate anche voi ad urlare, mantenete la vostra superiore autorità.  Abbracciare e coccolare un bambino è un modo di rassicurarlo e abbassare il livello di tensione, per spiegargli che ciò che vuole non è possibile. Questo è il metodo che utilizzavo con risultati migliori per calmare Giugiù  già quando aveva 2 anni.  Ora che ne ha 4 quando sente che sta per perdere il controllo e da quando è nata la sorellina a volte può capitare, è lui a chiedermi di prenderlo in braccio e abbracciarlo.
  • Lo sculaccione e le punizioni fisiche sono per il bambino un’umiliazione fisica ed emotiva. Nessuno vuole insegnare al proprio figlio che la ragione è dei più forti o ad avere reazioni violente.
  • Se il bambino fa qualcosa di sbagliato, si può intervenire con un rimprovero e/o  una forma di punizione che deve essere educativa. Si può mandare il bambino nella propria stanza chiedendogli di tornare solo quando avrà capito di aver sbagliato.
  • Se il bambino getta qualcosa in terra gli si  può chiedere di raccoglierlo. Ricordiamoci sempre che si tratta di un bambino piccolo,  non bisogna umiliarlo con giudizi che non hanno a che fare con l’accaduto.

 

Gli errori da evitare

  • Prima di tutto coerenza, il bambino deve avere ben chiaro ciò che è permesso da ciò che non lo è  (e questo non deve dipendere dall’ umore o dal livello di  stress dei genitori).
  • Importantissimo mantenere un atteggiamento uniforme tra mamma e papà.
  • Se abbiamo dato una punizione dobbiamo mantenerla, attenzione quindi  a dare sempre punizioni a breve termine e sensate per  l’età del bambino.
  • Mai utilizzare le minacce o la promessa di una ricompensa per farlo obbedire, diminuisce la vostra autorità.

 

CAPRICCI DEI BAMBINI, link utili:

– Temper Tantrums

– Dealing with Temper Tantrums

 

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