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– Cosa sono le ragadi al seno?

Le ragadi sono dei piccoli taglietti, più o meno profondi,  che compaiono abbastanza  frequentemente nei primi giorni di allattamento sulla cute del capezzolo e dell’areola che lo circonda. Possono rappresentare un fastidio temporaneo e sopportabile o aggravarsi rendendo la poppata molto dolorosa tanto da indurre la donna, qualora non riesca a risolvere il problema, a interrompere l’allattamento. Le ragadi al seno possono inoltre favorire la comparsa di ulteriori complicazioni: rappresentando una possibile via di ingresso per i batteri, possono causare la mastite soprattutto in caso di poppate diradate a causa del dolore e conseguente ingorgo mammario.


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– Come si possono prevenire le ragadi al seno?

Durante la gravidanza prendetevi cura del vostro seno massaggiandolo con dell’olio di mandorle renderà la pelle più elastica e vi aiuterà anche a prevenire le eventuali smagliature.

Negli ultimi mesi di gravidanza potete eseguire la rotazione dei capezzoli per favorire l’estroflessione degli stessi. Prendete il capezzolo tra indice e pollice e eseguite dei movimenti rotatori in senso orario ed antiorario.

Alla fine di ogni poppata spalmate qualche goccia del vostro latte sul capezzolo e lasciatelo asciugare scoperto, aiuterà la cicatrizzazione di eventuali micro-taglietti o abrasioni. Potete spalmare qualche goccia del vostro latte su capezzolo e areola anche all’inizio della poppata così da renderli più morbidi.

Nella prima fase dell’allattamento può capitare di provare fastidio o dolore ai capezzoli, potete “massaggiarli delicatamente” con qualche goccia di olio di mandorle o di lanolina o usare una crema alla calendula  (subito dopo la poppata e quindi lontano dalla successiva) per aiutare l’epidermide a ristabilire l’equilibrio.

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Le ragadi possono essere causate da comportamenti non corretti:

Attacco non corretto del neonato durante l’allattamentoRiuscire a far attaccare il bambino correttamente al seno è senza dubbio il comportamento più utile e efficace sia come prevenzione che come cura delle ragadi. Per attaccarsi nel modo corretto, il neonato deve introdurre in bocca (toccare con l’indice l’angolo della bocca induce il bebè ad aprire la bocca) il capezzolo e buona parte dell’areola. La posizione più facile per allattare il bebè consiste nello sdraiarlo su un fianco con la pancia contro la pancia della mamma, la testa sostenuta dal braccio dal lato del seno al quale vogliamo attaccare il piccolo, il capezzolo deve trovarsi sopra la bocca del bambino (all’altezza del naso) in modo che quando il piccolo aprirà la bocca introdurrà capezzolo e areola dal basso verso l’alto.

Se il bambino si attacca correttamente potrete sentire (soprattutto all’inizio dell’allattamento) un fastidio durante la poppata ma non dolore e noterete la suzione efficace del neonato (il bebè deglutisce il latte).

 

seno attacco ottimale allattamento

Quando si inizia ad allattare al seno per la prima volta è molto importante farsi aiutare e consigliare da una ostetrica esperta (potete chiedere aiuto e consigli al personale dell’ospedale dove partorite o contattare un centro per il sostegno all’allattamento al seno se avete dubbi o difficoltà) per imparare ad attaccare il piccolo correttamente.

Se vi accorgete che sta poppando solo dal capezzolo (solitamente è doloroso per la mamma) staccatelo delicatamente (inserite il dito mignolo all’angolo della bocca per staccarlo, non strappatelo dal seno!) e provate a riattaccarlo nel modo corretto.

Un ulteriore aiuto può essere rappresentato dall’attaccare il neonato in diverse posizioni di allattamento così da non sollecitare sempre lo stesso punto del seno, tale accorgimento aiuta peraltro anche a svuotare bene il seno e prevenire gli ingorghi mammari.

posizioni di attacco al seno durante allattamento

– Poppate troppo lunghe. Soprattutto all’inizio bisogna dare modo alla cute del seno di abituarsi all’allattamento. La durata della poppata non deve superare i 15 minuti per seno (alternateli), così da non infiammare o irritare la cute ancora delicata.

 

Igiene del seno non adeguata. Per pulire il seno prima della poppata non è necessario né consigliabile utilizzare saponi o particolari detergenti (è sufficiente lavare il seno col sapone una volta al giorno, troppi lavaggi risulterebbero aggressivi indebolendo la cute), è sufficiente lavare la zona dell’areola mammaria con un po’ di acqua tiepida o con gli appositi fazzolettini che potete trovare in farmacia. Evitate il più possibile le coppette assorbenti, tengono il seno umido risultando un ottimo terreno di crescita per i batteri e aumentano così il rischio di infezioni. Se proprio dovete usarle sostituitele il più spesso possibile, appena risultano umide. Un’alternativa consiste  nel mettere sul capezzolo un guscio di noce, sopra le coppette assorbenti e poi il reggiseno. In questo modo si crea “un microambiente”  areato e asciutto per il capezzolo, inoltre il guscio rilascia piccole quantità di olio di noce, noto per le sue proprietà   antibatteriche, antivirali e antinfiammatorie.

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– Come si possono curare le ragadi al seno?

Se le ragadi sono già comparse, la cosa più importante è non interrompere né diradare eccessivamente le poppate, altrimenti potete causare un ingorgo mammario o di conseguenza addirittura una mastite.
Continuate ad allattare,  se le ragadi sanguinano (capita!) e un po’ di sangue va nel latte, non preoccupatevi ciò non crea nessun fastidio al bebè.
Dovete correggere l’attacco al seno del neonato così da eliminare la causa scatenante il problema, in modo tale che, una volta che le ragadi presenti risulteranno rimarginate, non se ne formino di nuove.

 Per aiutare le lesioni a cicatrizzare potete:
Spalmare sul capezzolo e l’areola  della lanolina o della crema alla calendula, idratano la cute e leniscono il dolore  (spalmatela più volte al giorno dopo la poppata);
Spalmare qualche goccia del vostro latte o colostro sul capezzolo e l’areola  e lasciate asciugare all’aria (se avete le ragadi solo su un seno spremete il latte dall’altro lato, se avete ragadi su entrambi i seni e non riuscite aspettate che le ragadi siano migliorate e meno dolorose per adottare questo metodo).

 – Utilizzare paracapezzoli in argento. Potete utilizzare anche dei cucchiaini d’argento (ovviamente risultano un po’ più scomodi ma ugualmente efficaci). L’argento ha notoriamente proprietà antisettiche, battericida, cicatrizzanti e le coppette risultano molto efficaci.
Mettete sui capezzoli un guscio di noce, sopra le coppette assorbenti (se vi servono) e poi il reggiseno. In questo modo si crea “un microambiente”  areato e asciutto per il capezzolo, inoltre il guscio rilascia piccole quantità di olio di noce, noto per le sue proprietà   antibatteriche, antivirali e antinfiammatorie.

 

 

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